Categoria: Libreria

“L’informatica al femminile” di Cinzia Bellasio e Giovanna Giordano

Le donne eccellono nella scienza e nella tecnologia da molto più tempo di quanto siamo soliti immaginare. Nel campo dell’informatica la prima fu Ada Lovelace Byron che intuì le potenzialità del computer ben cento anni prima che ne fosse effettivamente costruito uno.

 “L’informatica al Femminile – Storie sconosciute di donne che hanno cambiato il mondo”, scritto da Cinzia Bellasio e Giovanna Giordano, vuole raccontare le donne che hanno fatto la storia dell’informatica, dai suoi albori fino ai giorni nostri.

Dietro la tecnologia che ormai riteniamo indispensabile e che siamo soliti tenere in mano quotidianamente ci sono idee geniali e inaspettate storie di donne, il loro racconto vuole sfatare il luogo comune che vede solo gli uomini associati alle tecnologie informatiche.

Il volume, edito da Neos Edizioni, sarà presentato oggi pomeriggio, giovedì 4 aprile, presso il bellissimo Palazzo Cisterna di Torino, sito in via Maria Vittoria 12, alle ore 18:15.     

E.B.

L’articolo è stato pubblicato anche su 100torri.it

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“Cattive Ragazze” di Assia Petricelli e Sergio Riccardi

Il volume è stato premiato nel 2014 con il Premio Andersen come miglior libro a fumetti.

Attraverso bellissime tavole a colori, gli autori accompagnano il lettore in un viaggio lungo 15 storie di donne straordinarie. Donne che nei secoli si sono distinte per le loro battaglie, i loro successi nelle scienze, nelle arti e nello sport. Donne che hanno affrontato numerose difficoltà perché il loro tempo non riconosceva la parità di genere o la libertà di esprimersi.

“C’è un patrimonio di esperienze, di cultura, di racconti a cui attingere. Un po’ di questo patrimonio è narrato in questo libro” spiega Cecilia D’Elia nell’introduzione “Le storie di questo libro sono storie di libertà, alcune famosissime, altre meno note. Probabilmente nessuna di queste donne si pensava eccezionale, ma tutte erano determinate.”

Tra loro troviamo Olympe de Gouge, vissuta ai tempi della rivoluzione francese, per le sue idee progressiste è oggi considerata una delle prime femministe della storia. Immancabile è la scienziata Marie Curie, l’unica donna ad aver vinto due volte il premio Nobel, in due differenti categorie. Nellie Bly fu la prima giornalista sotto copertura. Tra le italiane troviamo la coraggiosa storia di Franca Viola la prima a rifiutare una pratica in uso nel nostro paese: il “matrimonio riparatore”. Con il supporto della famiglia, Franca ebbe il coraggio di denunciare l’uomo che l’aveva rapita e violentata. Dopo di lei molte altre donne trovarono il coraggio di denunciare i propri stupratori. Fu così che nel (non lontano) 1981 vennero finalmente abrogati gli articoli del codice penale italiano che prevedevano il matrimonio riparatore e il delitto d’onore.

Queste e altre storie, interessanti ed istruttive, sono narrate in “Cattive Ragazze”, grazie all’immediatezza delle immagini la lettura è fruibile da tutti, anche dai più giovani, per trarre coraggio e ispirazione da coloro che prima di noi sono riuscite, con fatica, ad abbattere barriere e aprire nuove strade.

 

Cattive Ragazze – 15 storie di donne audaci e creative, di Assia Petricelli e Sergio Riccardi, 2017 (I ed. 2013), Sinnos, € 13,00.

 

E.B.

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“La metà dimenticata – Vita segreta delle donne nella Cina di oggi” di Xinran

Un libro estremamente commovente e profondamente istruttivo.

Xinran, giornalista e insegnante presso l’Università di Londra, scrisse questo libro dopo che si fu trasferita in Gran Bretagna, originaria di Pechino per molti anni fece la giornalista in Cina, in un periodo in cui sicuramente non era semplice esercitare quella professione. Sempre attenta alla condizione femminile, in Cina condusse per otto anni il programma radiofonico “Parole nel vento della sera” che le permise di entrare in contatto con moltissime donne del Paese, apprendendo tantissime storie (quasi sempre tragiche) legate alla loro vita. Giunta in Occidente si rese conto che poco o nulla si sapeva della reale vita delle donne in Cina e così decise di raccontare alcune delle esperienze vissute tramite il suo programma radiofonico. Un lavoro emotivamente molto impegnativo e che tocca con intensità il lettore. Così si esprime l’autrice riferendosi a La metà dimenticata: «[…] quel libro era la mia vita, la testimonianza dell’esistenza condotta dalle donne cinesi e, nello stesso tempo, il frutto di molti anni di lavoro come giornalista».

Nella prefazione Renata Pisu ricorda alcune celebri frasi di Mao sulle donne: «tutto quello che gli uomini sanno fare lo sanno fare anche le donne. Invece, non tutto quello che sanno fare le donne lo sanno fare anche gli uomini» e ancora «le donne reggono la metà del cielo» sottolineando come in Occidente, negli anni settanta, queste espressioni facessero credere che in Cina la questione femminile fosse risolta, ma la realtà, come emerge da questo saggio, era ed è ancora molto diversa.

Xinran si pose una domanda fondamentale: quanto vale la vita di una donna in Cina? Una domanda che la portò ad affrontarne altre: qual è la filosofia delle donne cinesi? Cosa rende brava una donna? Che cosa è la felicità per una donna?

Questo saggio ci permette di fare un viaggio attraverso la Cina sia nel tempo che nello spazio, apprendendo storie di donne e di famiglie che hanno dovuto affrontare le più disparate difficoltà: violenze fisiche, matrimoni combinati e imposti, amori tragici, maternità, sessualità, femminilità, omosessualità, ma anche terremoti, arretratezza culturale data dall’isolamento geografico, povertà, persecuzioni politiche. Come dice la stessa Xinran, all’epoca del suo programma radiofonico, scrivere un libro del genere in Cina per lei sarebbe stato impensabile e pericoloso, rischiando anche l’arresto e il carcere.

Così l’autrice scrive nel saggio della condizione femminile cinese:

«Dopo la scomparsa delle società matriarcali dell’antichità, la posizione della donna cinese è sempre stata al gradino più basso, classificata come oggetto, come parte del patrimonio, spartita con il cibo, gli attrezzi e le armi. Solo più tardi le fu concesso di fare capolino nel mondo maschile, dove poteva però esistere soltanto ai piedi di un uomo, totalmente in balia della sua bontà o malvagità. […] La Cina ha una storia lunghissima, ma è da pochissimo tempo che alle donne è stata concessa l’opportunità di vivere la loro vita e che gli uomini hanno cominciato a conoscerle. Negli anni trenta quando in Occidente le donne reclamavano già l’uguaglianza dei sessi, in Cina stavano appena iniziando a sfidare una società dominata dal maschio, rifiutando il bendaggio dei piedi e un matrimonio scelto per loro dalle generazioni più vecchie».

Ai tempi della rivoluzione culturale, la condizione femminile era tale per cui, ad esempio, le donne che avessero l’ardire di indossare vestiti provenienti dall’estero (non necessariamente occidentali) o che tenessero abitudini straniere erano obbligate a sfilare per le strade affinché la gente potesse schernirle e umiliarle pubblicamente come punizione per il loro “crimine”, e questa si può considerare come una delle situazioni meno difficili affrontate dalle donne dell’epoca e raccontate in questo libro.

La metà dimenticata è un saggio imperdibile, a mio avviso, per chi volesse approfondire la conoscenza di un paese antico e complesso, scoprire alcune sfaccettature della sua storia e approfondire la condizione femminile in una Cina che ancora oggi lotta per trovare un equilibrio. Girando per una grande città come Pechino, un semplice turista non ha modo di comprendere la situazione femminile attuale; benché adesso si vedano moltissime coppie di giovani innamorati a spasso per la città, dove si è instaurata persino l’abitudine per i ragazzi di portare la borsetta della propria compagna come gesto d’affetto, non si riesce facilmente a scalfire la superficie e addentrarsi nella comprensione dei valori e del processo di crescita che affrontano oggi le giovani ragazze cinesi. È una nazione in cui le credenze tramandate di generazione in generazione sono ancora molto radicate, come ad esempio per le ragazze quella di non potersi lavare i capelli, fare il bagno o mangiare anche solo un semplice gelato nel periodo delle mestruazioni. Forse tutto è ancora da ricercarsi in una scarsa informazione sulla sessualità, che non supera il tabù della vergogna sentita per certi argomenti, ma lascia le giovani donne in balia di errate credenze e non dette verità. Inoltre, l’abisso culturale tra chi vive nelle città e gli abitanti delle campagne, ancora troppo spesso abbandonati a se stessi e privi di un adeguato accesso all’istruzione, rende in questi luoghi la condizione femminile estremamente complessa: i rapimenti dei bambini sono una realtà tragicamente diffusa in Cina (diretta conseguenza della “politica del figlio unico” che oggi è causa di un enorme squilibrio numerico tra uomini e donne), spesso le femmine vengono rivendute nei mercati neri come mogli o come schiave, con l’unica speranza di riuscire un giorno a fuggire e ritrovare la famiglia di origine, sempre che il loro rapimento avvenga in età tale da poterne avere memoria. Ma la Cina è una nazione dalle enormi potenzialità, dove è per tutti famosa la storia della loro prima Top Gun delle forze armate e della sua tragica fine; ma anche dove solo l’anno scorso sono avvenuti gli arresti di alcune rappresentanti di un movimento femminista che iniziava a far sentire troppo la propria voce; un paese dalla storia millenaria alla continua ricerca dell’equilibrio.

La metà dimenticata di Xinran è un saggio sulle donne e la storia della Cina da non perdere.

 

La metà dimenticata – vita segreta delle donne nella Cina di oggi, Xinran, 2006, Sperling & Kupfer Ed., € 16,00 – € 9,20

 

E.B.

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“Cara Ijeawele” di Chimamanda Ngozi Adichie

Questo libro è illuminante, coinvolgente e assolutamente da condividere.

Scritto in forma di lettera che l’autrice invia ad una cara amica, neomamma di una bambina, dopo che le venne chiesto come crescere una figlia femminista.

Nella sua lettera affronta tanti argomenti: la maternità, la sessualità, l’amore, lo studio, il lavoro, la considerazione di sé. Esprime concetti importanti, validi per tutte le donne nel mondo e per tutte le culture, perché si tratta della vita quotidiana che tutte viviamo, seppure con le inevitabili differenze culturali (la scrittrice è orgogliosamente africana, di origine nigeriana, in alcuni passaggi narra di consuetudini tipiche dei luoghi in cui è cresciuta) ma che sono anche capaci di unire, rinvenendovi atteggiamenti ed esperienze che possono essere comuni da una parte all’altra del globo.

Il tutto condito dalla capacità di Chimamanda Ngozi Adichie di coinvolgere il lettore con una scrittura semplice, incalzante e ironica.

Una definizione del femminismo contemporaneo.

Di seguito riporto alcuni dei passaggi che mi hanno più colpito, spero possiate trovarli interessanti e d’ispirazione anche voi.

  • “L’idea dei ruoli di genere è una grande sciocchezza. Non dirle mai che deve fare o non fare una cosa perché è una femmina. «Perché sei una femmina» non è mai una buona ragione. In nessun caso. […] Se non mettessimo ai bambini la camicia di forza dei ruoli di genere daremmo loro spazio per raggiungere le loro piene potenzialità
  • “Insegnale a bandire l’ansia di compiacere. Il suo obiettivo non è rendersi piacevole agli altri, il suo obiettivo è essere pienamente se stessa, una persona onesta e consapevole della pari umanità degli altri. […] Dille che se qualcosa la mette a disagio deve alzare la voce, deve esprimersi, deve urlare
  • Femminismo e femminilità non si escludono a vicenda. È da misogini pensare che sia così”
  • La vergogna associata alla sessualità femminile ha a che fare con il controllo. […] Non collegare mai sessualità e vergogna. O nudità e vergogna”
  • “La maternità è un dono fantastico, ma evita di definirti solo in termini di maternità. Sii una persona completa. […] Faccende domestiche e assistenza dovrebbero prescindere dal genere, e ciò che dovremmo chiederci non è se la donna sia o non sia in grado di «far tutto da sé», ma piuttosto come dare supporto ai genitori nel loro duplice ruolo sul lavoro e a casa. […] Fatelo insieme. Un padre è altrettanto «verbo» di una madre
  • “Insegnale che NON è l’uomo che si occupa del sostentamento. In una relazione sana, del sostentamento si occupa chi se ne può occupare
  • “Insegnale a non universalizzare mai i suoi modelli di esperienza. Quei modelli valgono per lei, non per gli altri. È l’unica forma necessaria di umiltà: capire che la differenza è normale

 

Cara Ijeawele – Quindici consigli per crescere una bambina femminista, Chimamanda Ngozi Adichie, 2017, Einaudi, € 15,00, disponibile anche in e-book.

E.B.

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